mercoledì 30 dicembre 2009

LA STORIA MISTIFICATA... NIGRO IL PRIMO CADUTO DELLA DESTRA ITALIANA POST-BELLICA



Il 29 ottobre del 1949 i contadini di Melissa in provincia di Crotone, guidati dal locale fondatore della sezione del Movimento Sociale Italiano e reduce della seconda guerra mondiale, Francesco Nigro (Melissa 1920-1949), con a seguito i propri familiari e gli attrezzi di lavoro, occuparono pacificamente delle terre incolte in contrada Fragalà. La polizia chiamata dal nobile Berlingeri proprietario del fondo occupato, dopo vari tentativi di far sgomberare i terreni occupati, passò alle maniere forti, lanciando lacrimogeni e sparando colpi ad altezza uomo, rimasero uccisi tre contadini di cui lo stesso Francesco Nigro, Giovanni Zito, Angelina Mauro colpiti alla schiena e 15 altri manifestanti furono feriti. Francesco Nigro è il primo martire del MSI caduto durante una lotta, aprendo una lunga e triste serie di vittime nella destra italiana post-bellica.Pochi anni orsono da parte del giornale "Il Crotonese", il tentativo con un articolo di ristabilire la verità da sempre mistificata dal Partito Comunista Italiano e mai rivendicata dal Movimento Sociale Italiano, infatti basta vedere il quadro nell'aula consiliare del comune di Crotone, riportante Nigro durante la marcia verso il latifondo incolto di Fragalà con una bandiera rossa in mano, bandiera mai esistita. Il Crotonese tramite testimonianze aveva ricostruito i fatti, che in realtà più che una lotta politica di parte, era una vera e propria mobilitazione popolare a carattere contadino-religiosa dove tutto il paese (nessuno escluso), all'alba si mise in marcia verso il terreno incolto. Il prete intimò che non ci dovevano essere bandiere rosse, e così fu... tutti in marcia con tricolori inno nazionale e canti contadini. Per decenni il Partito Comunista Italiano, prima, e la sinistra oggi si sono professati come ispiratori di quella lotta contadina, con l'aiuto degli amministratori locali che si sono succeduti nel tempo, basta vedere come ancora oggi la storia è riportata dal sito del comune di Melissa. L'MSI comunque, stranamente, se non con timidi tentativi locali non rivendicò mai il suo martire e la partecipazione all'evento.

Non dite agli inglesi che William Shakespeare era italiano!

Nei registri della scuola secondaria di Stratford non compare nessun William Shakespeare. Nel 1603 il nome dell'autore scompare dal registro degli attori. Shakespeare frequentò a Londra un Club, ma non risulta registrato fra i soci, mentre vi risulta registrato Michelangelo Florio. Italiano, di Messina.
Tutto quello che sappiamo, anzi che gli inglesi sanno di W. Shakespeare è che nacque nell'aprile del 1564 e poco altro. La notevole mancanza di notizie su lui, contribuisce solo a formare una cornice fumosa e indefinita, e molti elementi non hanno mai convinto. Sul drammaturgo sono stati scritti un'infinità di libri, ma con molte congetture, e in fondo il popolo britannico si domanda in silenzio quale mistero avvolga la vita di William Shakespeare!
Ragionando, dovremmo chiederci come faceva il figlio di un guantaio inglese a possedere l'immensa cultura che Shakespeare dimostrò nelle materie classiche, o come poteva a quei tempi descrivere fedelmente luoghi, paesaggi e persone italiane, usi e costumi così come li ritroviamo in ben 15 delle 37 sue opere. Se egli fosse nato e cresciuto nell'ameno borgo di Stradford-upon-Avon, le sue conoscenze non avrebbero potuto essere così vaste.
Tuttavia fu il Times la prima testata a rivelare, secondo lo studio di alcuni college inglesi, la teoria secondo cui William Shakespeare sarebbe italiano e precisamente messinese, tesi avvalorata dalle dettagliate ricerche di uno studioso italiano.
Il vero nome del drammaturgo pare che fosse Michelangelo, nato a Messina, da cui dovette scappare verso Londra a causa dell'Inquisizione, essendo i genitori fervidi sostenitori del calvinismo. Arrivato in Inghilterra nella cittadina di Stratford-Upon-Avon, avrebbe trasformato il suo nome da Michelangelo Florio figlio di Guglielma Crollalanza, nel suo equivalente Shake/Scrollare, Speare/Lancia, quindi Shakespeare, e si stabilì a lungo nella cittadina dove già da tempo vivevano dei suoi cugini.
Tutto questo non è pura fantasia: infatti, è stato ritrovato un volume di proverbi, "I secondi frutti", del XVI secolo del calvinista Michelangelo Crollalanza, e molti di questi detti erano gli stessi usati da Shakespeare nell'Amleto.
Il mistero di come e perché William Shakespeare sapesse così tanto dell'Italia è stato forse risolto da un accademico siciliano pensionato, il prof. Iuvara.
Il professore afferma che la chiave del mistero risale al 1564, quando Michelangelo nasce a Messina da un medico, Giovanni Florio e dalla nobildonna Guglielma Crollalanza, calvinisti. L'inquisizione perseguitava il Dott. Florio considerandolo eretico, allora la famiglia fuggì a Treviso, vicino Venezia, dove comprò casa Otello, costruita da un mercenario veneziano, che la leggenda locale diceva avere ucciso per gelosia la moglie. Michelangelo studiò a Venezia, Padova e Mantova, visitò la Danimarca, e andò anche in Grecia e Spagna.
Dunque i genitori del noto drammaturgo forse non erano John Shakespeare e Mary Arden, ma erano Giovanni Florio, e Guglielma Crollalanza. Questo forse può spiegare i molti luoghi che caratterizzano l'Italia e i nomi italiani. È piuttosto impressionante che l'Italia sia così importante in Shakespeare e così cara e nota!
Aldilà di questi elementi, esistono i documenti che provano che Michelangelo Crollalanza era davvero figlio di Giovanni Florio e Guglielma Crollalanza, nato a Messina nel 1564, che studiò latino, greco e storia presso i francescani.
Egli all'età di 15 anni fu davvero costretto a fuggire con la famiglia in Veneto. Ci sono anche prove certe di una contessina Giulietta, che venne rapita dal governatore spagnolo, il quale accusò del sequestro il giovane Crollalanza. La giovane si suicidò e fu allora che Michelangelo fuggì in Inghilterra.
Le prime opere il messinese le avrebbe fatte tradurre e poi messe in scena al teatro in legno "The Globe". Cosa non trascurabile, anche per i biografi di allora, Shakespeare mostrava d'avere un accento decisamente straniero e non è poco! Probabilmente nessuno in Inghilterra ha mai avuto il coraggio di scoperchiare la sua biblioteca lasciata in eredità per questi motivi, poiché salterebbe fuori la sua vera identità e qualcuno preferisce che le cose restino così.
Nelle ricostruzioni biografiche il drammaturgo è letteralmente venuto fuori dal nulla, come un fungo, senza luogo né data di nascita, ed impostosi prepotentemente alla ribalta a Londra, generando curiosità e scalpore per freschezza, originalità, e diciamo pure una certa esuberanza tipicamente mediterranea, e una passione latina che contribuiscono ad accentuare il mistero. L'indole algida tipicamente anglosassone non alberga affatto nelle opere di Shakespeare; inoltre esiste un ritratto di W.S. che ha evidenti tratti somatici latini ed è un altro elemento importantissimo.
Ad accentuare il mistero contribuiscono altri particolari tutt'altro che irrilevanti: nei registri della scuola secondaria di Stratford non compare nessun William Shakespeare. Nel 1603 il nome dell'autore scompare dal registro degli attori, forse per paura che i suoi persecutori fossero sulle sue tracce, e dal 1603 smette di scrivere. Si sa che W. Shakespeare frequentò a Londra un Club, ma non risulta registrato fra i soci, mentre vi risulta registrato il nostro Michelangelo Florio.
La biografia scarna e fumosa del drammaturgo ha fatto pensare a lui anche come ad un prestanome di personaggi più famosi. Dunque, abbiamo trovato qualche risposta ad un fumoso e oscuro mistero del passato. O forse no.

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Tratto da: http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/14282/2009-03-19.html